Tributi Italia, il quadro si compone tra prestanome e prelievi quotidiani

Emergono altri nove indagati e tre società collegate a Tributi Italia: secondo un prestanome, una era composta dalla guardia del corpo, dall’autista e da due domestiche di Saggese. La sua segretaria poi ha riferito dei prelievi giornalieri da 10mila euro.

Si aggiungono via via nuovi dettagli nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Chiavari che ieri a Recco ha portato all’arresto, da parte della polizia tributaria, di Giuseppe Saggese, numero uno di Tributi Italia. Ci sono altre nove persone che risultano indagate a piede libero, tutte con l’accusa di peculato e oltre a Tributi Italia, gli inquirenti hanno effettuato verifiche anche su altre tre società: l’Istituto Finanziario Europeo, Immobiliare Tributi Italia e Fin.sag, “di cui Saggese – scrive il gip nell’ordinanza – era dominus effettivo e gestore di fatto”. Per quanto riguarda la prima, a cui Tributi Italia affidava consulenze milionarie, quattro dei cinque dipendenti sono risultati essere una guardia del corpo di Saggese, il suo autista e due domestiche, secondo quanto rivelato da un prestanome il 18 luglio 2011. E nelle società collegate a Tributi Italia agivano da meri prestanome i vari amministratori e dirigenti, come si legge ancora nell’ordinanza: in realtà era lo stesso Saggese ad effettuare le scelte aziendali e finanziarie delle società del gruppo, mentre gli amministratori di diritto si limitavano semplicemente a dare esecuzione ai suoi ordini, “percependo somme di scarsa entità, come fossero dipendenti”.
Nell’indagine c’è anche da evidenziare il ruolo della segretaria di Saggese, che agli inquirenti ha riferito (quando fu ascoltata nel maggio 2011) di prelievi giornalieri da 10mila euro: “I numerosi assegni emessi sui conti della Tributi Italia e sottoscritti dalla stessa – scrive ancora il gip – venivano cambiati con denaro contante, messo a disposizione del Saggese dalla segretaria in una cassaforte, di cui solo i predetti avevano le chiavi”.