Rapallo, restano in carcere i genitori aguzzini

Rapallo, restano in carcere i genitori aguzzini
Prosegue l'indagine della polizia a Rapallo

La madre della ragazzina ridotta in schiavitù e il suo compagno non parlano al giudice per le indagini preliminari. Prosegue l’indagine della polizia: rogatoria internazionale con l’Ecuador.
Sono entrambi in carecere, lui a Chiavari e lei a Pontedecimo, i due trentasettenni accusati di riduzione in schiavitù nei confronti di una ragazzina di 12 anni, di Rapallo, adesso temporaneamente accolta in una struttura protetta, così come i due fratellini minori. Sia l’uomo che la donna, nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’indagine, intanto, vista la gravità del capo di imputazione, è passata dalla Procura della Repubblica di Chiavari alla Procura generale di Corte d’Appello, a Genova, con il contributo, ovviamente, del Tribunale dei Minori. Agli atti, figurano anche le dichiarazioni di un insegnante della scuola media Giustiniani, che aveva comprensibilmente notato come qualcosa non andasse nella situazione familiare della piccola, costretta a soprusi e violenze quotidiane, secondo quanto accertato, anche grazie all’utilizzo di una telecamere, dagli investigatori del commissariato di polizia di Rapallo. Questi, secondo quanto riportato oggi dai giornali, hanno anche avviato una rogatoria internazionale, per accertare che la donna sia effettivamente madre naturale della bambina e accertarne la data di nascita. Sicuramente, invece, il compagno della madre, anch’egli arrestato, non è padre della ragazzina.