Porto di Santa Margherita Ligure, parla Gianantonio Bandera

Porto di Santa Margherita Ligure, parla Gianantonio Bandera
Diventerà così il porto di Santa Margherita?

Scaduto il termine per presentare le osservazioni, torna a far sentire la propria voce l’amministratore delegato di Santa Benessere & Social. Ma la nuova uscita non piace a Difendi Santa.

Scaduto il termine per le presentare le osservazioni, torna a parlare Gianantonio Bandera, amministratore delegato di Santa Benessere & Social, la società che ha per prima presentato un progetto di riqualificazione del porto di Santa Margherita Ligure. “Fin dall’inizio abbiamo detto che il nostro era un progetto preliminare – precisa Bandera – e abbiamo sempre manifestato apertura ad incontrare cittadini, associazioni ed enti”. La società respinge poi le accuse di essere “cementificatori e deturpatori delle bellezze paesaggistiche della zona”, non nega che scopo dichiarato dell’impresa sia quello di fare profitto “per portare sviluppo e occupazione”. “Ciò che stupisce di più – aggiunge Bandera – è la assoluta mancanza di fiducia e rispetto da parte di certi comitati nelle istituzioni preposte che sono chiamate a sovrintendere ed approvare, modificare o annullare l’iter di un progetto”. Santa Benessere & Social ricorda quindi i 70 milioni di euro di investimenti previsti, ribadisce che non sono previste nuovo case ma 25 suite alberghiere asservite al centro di talassoterapia e che la concessione richiesta non riguarda lo specchio acqueo oggi occupato dai pontilisti.

La nota diramata da Santa Benessere & Social, era facile prevederlo, non piace al Comitato “Difendi Santa”, che ribadisce di “restare in attesa della discussione delle proprie osservazioni e di quelle degli altri soggetti”.”Difendi Santa” afferma inoltre di non avere intenzione, né ora né in futuro, di sedersi ad alcun tavolo di negoziazione con la Santa Benessere & Social o con il sindaco di Santa Margherita Ligure, “perché tutti i commenti sono già stati formulati, a norma di legge, nelle osservazioni”. Il Comitato torna quindi a chiedere il ritiro del progetto “al fine di evitare una sonora bocciatura proprio in forza delle vigenti leggi cui tutti gli amministratori pubblici dovranno attenersi scrupolosamente”.