’ndrangheta a Lavagna, la Regione si costituisce parte civile nel processo iniziato oggi

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L’operazione della polizia risale a un anno fa

Iniziato oggi, ma rinviato al 27 settembre il processo a carico di 22 persone coinvolte, a vario titolo, nell’inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nel Comune di Lavagna. La Regione, in virtù di una modifica della legge regionale, si è costituita parte civile.

La Regione si è costituita parte civile nel processo a carico di 22 persone coinvolte, a vario titolo, nell’inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nel Comune di Lavagna, il cui processo ha preso il via oggi con rinvio al 27 settembre. La mossa dell’Ente è frutto di una modifica della legge regionale, voluta dalla giunta del governatore Giovanni Toti, che prevede adesso l’obbligatorietà della costituzione per l’istituzione nei processi per associazione mafiosa. Lo scorso luglio era stata emessa la prima condanna, con rito abbreviato, nell’ambito dell’inchiesta: il giudice per l’udienza preliminare Nicoletta Bolelli aveva condannato a 14 anni e 8 mesi Antonio Rodà, uno dei presunti boss del levante. L’indagine della squadra mobile di Genova e dello Sco, coordinata dal sostituto procuratore Alberto Lari, aveva portato un anno fa all’arresto fra gli altri dell’ex sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti, dell’ex parlamentare Gabriella Mondello, oltre ai presunti boss del clan Casile-Rodà di Condofuri.