Maxi sequestro di beni riconducibili alla ‘ndrangheta

Indagine su un uomo già condannato come armiere delle cosche: la Dia congela conti correnti, quote di una impresa edile con sede a Lavagna e tre appartamenti a San Colombano.

Il Tigullio è terra dove la ‘ndrangheta riesce a fare affari, almeno giudicando dal sequestro (preventivo, perché attuato all’interno di una indagine in corso) che ha avuto corso ieri, su disposizione della Direzione investigtiva antimafia, a carico dei beni che gli inquirenti ritengono riconducibili ad un uomo di 57 anni, già condannato, in passato, a sette anni di carcere, per il commercio di armi che dovevano servire ad una sanguinosa faida tra cosche. Il sequestro di ieri riguarda tre appartamenti a San Colombano Certenoli, alcuni depositi bancari e la metà delle quote di una ditta edile di Lavagna, il tutto per un valore superiore al milione di euro. Insieme al 57enne, risultano indagati la moglie ed un altro uomo, perché avrebbero fatto da prestanome per le intestazioni, oltre ad un funzionario di banca di Genova che avrebbe avvallato operazioni potenzialmente effettuate con denaro di provenienza illecita.