Mare e Monti: infuria la polemica

Riportiamo la lunga replica dell’amministrazione comunale: “Il lavoro era già stato autorizzato ed è consentito dal piano regolatore”. Infuria a Chiavari la polemica sul recente voto con cui il consiglio comunale chiavarese ha autorizzato la conversione della destinazione d’uso dell’hotel Mare e Monti, sulla collina delle Grazie. In molti, dopo le contestazioni dell’opposizione, criticano ancora il progetto, accusandolo di essere una speculazione senza pubblica utilità. In questi termini si esprime Italia Nostra, ma perplessità vengono espresse addirittura dall’interno della maggioranza, dove la Margherita precisa di aver votato a favore solo perché la conversione nella destinazione d’uso sarebbe già stata prevista dal piano regolatore, ma di essere contraria, in via di principio, alla chiusura di alberghi per farne spazi residenziali. Oggi, però, è anche la volta della replica dell’amministrazione comunale. Riportiamo, di seguito, il testo del comunicato firmato dalla giunta presieduta da Sergio Poggi:


“In merito alla pratica urbanistica riguardante la ristrutturazione e il cambio di destinazione d’uso dell’Hotel “Mare e Monti”, discussa in Consiglio Comunale nella seduta del 30/11/2006, sono state formulate molte inesattezze che rendono necessario il chiarimento di alcuni aspetti essenziali:
il PRG vigente consente la ristrutturazione e il cambio di destinazione d’uso della struttura esistente (artt.2.04 e 35.09.02);
la Società che si è impegnata all’acquisto dell’immobile ha richiesto di avviare una procedura edilizia consapevole dei propri diritti e doveri e dei margini di applicabilità delle norme del Piano Regolatore vigente;
nessuno strumento urbanistico del Comune di Chiavari ha mai previsto vincoli ostativi al cambio di destinazione d’uso delle strutture alberghiere;
il rilancio della attività alberghiera richiede comunque incentivi non solo vincoli;
la prima concessione edilizia per i lavori di ristrutturazione dell’Hotel “Mare e Monti” e la sua trasformazione in abitazioni è stata rilasciata in data 07/06/1983, sindaco Giuseppe Razzetta;
la concessione originaria è stata rinnovata ben cinque volte (14/05/84 – 07/12/84 – 06/06/85 – 13/05/87 – 18/01/89) dall’allora sindaco Marco De Petro;
i lavori non sono mai iniziati a causa di un contenzioso della proprietà con la parte locatrice;
il Consigliere Emilio Cervini ricopriva all’epoca la carica di Assessore, sia all’atto della prima concessione sia in concomitanza dei rinnovi del 1984, 1985 e 1987;
il PRG vigente consente anche l’ampliamento della superficie lorda di piano (SLP) fino a un massimo del 20% in caso di arretramento dell’edificio rispetto alla strada (art.2.04 NTA);
rispetto alla SLP esistente (1070 mq) l’ampliamento richiesto è pari a 112,20 mq (10,50%);
la superficie resa libera viene ceduta al Comune, attraverso una convenzione, dopo la realizzazione delle opere di sistemazione stradale;
contestualmente sono state avanzate dall’Amministrazione richieste di altre opere da realizzarsi lungo la S.P. Aurelia in località “Liggia”, ad oggi non ancora quantificabili in assenza di un progetto provinciale approvato;
la variante urbanistica si è resa necessaria non a causa dell’ampliamento di superficie, ma per la difformità di alcuni parametri (altezza e superficie coperta ecc) che, sebbene nel progetto siano inferiori agli esistenti, non sono conformi al PRG vigente;
l’Amministrazione Comunale, rispetto alla semplice ipotesi di ristrutturazione con cambio di destinazione d’uso ma mantenendo l’impianto strutturale attuale (cioè senza demolizione), ha preferito seguire il percorso dell’arretramento dei volumi (max.6m) per rendere possibile l’allargamento della strada provinciale, giudicata opera di pubblico interesse;
la pratica edilizia, dopo una prima istruttoria tecnica è stata portata due volte in Giunta e due volte in maggioranza dall’assessore competente, oltre al dovuto passaggio in Commissione Edilizia nel giugno 2006;
il passaggio in C.C. da l’avvio alla Conferenza dei Servizi : in tale sede tutti gli Enti preposti potranno esprimere il proprio giudizio, anche negativo; questo percorso procedurale, particolarmente pubblico e trasparente, non ci sarebbe stato se l’Amministrazione non avesse scelto di favorire l’intervento che prevede l’ampliamento della strada.
Infatti l’alternativa sarebbe stata la ristrutturazione dell’immobile esistente (tramite semplice permesso di costruire a firma degli Uffici) che avrebbe prodotto comunque il cambio di destinazione d’uso che cittadini e Amministrazione avrebbero percepito a lavori in corso.


Tutto ciò premesso


Stupisce l’atteggiamento assunto in C.C. dalla minoranza che, dimenticando le regole del confronto politico-tecnico basato sul rispetto reciproco dei ruoli, ha trasceso i limiti del buon gusto, ricorrendo ancora una volta alla sceneggiata di abbandonare l’Aula Consiliare, venendo meno al mandato ricevuto dagli elettori;

Stupisce l’atteggiamento polemico in C.C. e sugli organi di stampa del Consigliere Emilio Cervini che, nell’ 83 – 84 – 85 – 87, all’atto della concessione per il cambio di destinazione d’uso dell’Hotel aveva forse dimenticato a casa il vocabolario per poter spiegare al suo sindaco De Petro il significato del termine “speculazione”;

Stupisce che ad ergersi paladino contro l’operazione immobiliare sia anche l’ex sindaco Agostino che non ha voluto riconoscere neppure la pubblica utilità derivante dal consistente miglioramento della viabilità in un punto estremamente delicato;

Stupiscono le stime grossolane nelle cifre relative all’operazione immobiliare enucleate in C.C. dal Consigliere Uccelli che ha confuso i metri quadrati con i metri cubi;

Stupisce l’esternazione a mezzo stampa dell’Assessore Provinciale Arnaldo Monteverde che ha preso le distanze dalla maggioranza a iter comunale concluso, dimenticando che il suo partito rappresenta la metà della maggioranza stessa.

Non stupisce che, dopo la “campagna acquisti” effettuata dal Gruppo “Chiavari Avanti Così” conclusasi con il passaggio in minoranza del Consigliere Trocar (che peraltro, quando era ancora consigliere di maggioranza, aveva dato il suo assenso a questo progetto) e dopo i reiterati tentativi, andati completamente a vuoto, di far passare in minoranza altri consiglieri di maggioranza per far cadere l’Amministrazione, a questa minoranza, forse un po’ in affanno, sia rimasta solo l’arma di una battaglia demagogica che non tiene conto dei dati oggettivi esposti nelle premesse.

La Giunta Comunale”