“Manifesto” di Mordini, replica Mustorgi

Fabio Mustorgi
Fabio Mustorgi
Fabio Mustorgi, coordinatore di Anpas Tigullio

“Ancora una volta non si può tacere dopo che il presidente del CAMT, Giancarlo Mordini, ha pubblicato quello che lui definisce “manifesto politico” sulla sanità nella ASL 4. Sono il primo a riconoscergli grande merito per il lavoro fatto dal suo comitato che in questi anni ha raccolto importanti somme a favore della sanità del nostro territorio ma ancora una volta sono costretto a sottolineare il limite del suo ragionamento”. Ad esprimersi così è Fabio Mustorgi coordinatore Pubbliche Assistenze ANPAS Tigullio. “Respingo la definizione rivolta alla nostra ASL definendola di serie B.

Pur con enormi difficoltà dettate soprattutto dalla straordinarietà dell’evento, la ASL 4 ha retto durante l’emergenza COVID ed è riuscita a gestire un periodo che definirei unico nella storia recente della sanità – aggiunge -. A Rapallo, da sempre, insisto affinché l’pspedale Nostra Signora di Montallegro accolga l’alta specialità, cioè reparti in accreditamento con la sanità pubblica che già esistono sul nostro territorio, su tale progetto è stato a suo tempo costruito. E’ del tutto evidente che mettere a sistema le risorse già presenti sul territorio di Rapallo, aumenterebbe di molto l’efficienza ed anche l’economicità del Servizio Sanitario Pubblico. Mordini è un campanilista. Non mi sono mai permesso di criticare l’ospedale di Lavagna, grande risorsa del nostro territorio, seppure costruito in un sito che sino a pochi anni fa era classificato zona rossa a rischio esondazione. A tutt’oggi si deve completare l’ampliamento urgente ed indispensabile del Pronto Soccorso dove, in ambienti assolutamente insufficienti, si concentrano tutte le attività di emergenza della nostra ASL. Occorre, prima di pensare ad ulteriori futuribili ampliamenti, terminare ciò che non è assolutamente ancora terminato”. Mustorigi sostiene infine che anche le Pubbliche Assistenze e le Croci Rosse potrebbero svolgere un’attività maggiore sul territorio attraverso progetti di telemedicina, attraverso il funzionamento di ambulatori di quartiere.