Legambiente, a Chiavari, Rapallo e Santa Margherita case in aree a rischio idrogeologico

IL Tigullio visto da Legambiente

 

IL Tigullio visto da Legambiente
Il Tigullio visto da Legambiente

Secondo il dossier Ecosistema Rischio 2013 di Legambiente e Dipartimento di Protezione Civile, le tre città non raggiungono la sufficienza nella prevenzione del rischio idrogeologico.

Chiavari, Rapallo e Santa Margherita Ligure. Sono le città del Tigullio che secondo il dossier Ecosistema Rischio 2013 di Legambiente e Dipartimento di Protezione Civile, non raggiungono la sufficienza nella gestione e nella prevenzione del rischio idrogeologico. A differenza di Sestri Levante che risulta essere, secondo la ricerca, tra le amministrazioni più virtuose. I dati sono riportati nel dossier “La Fragilità della Liguria” presentato a La Spezia da Santo Grammatico e Stefano Sarti, presidente e vicepresidente di Legambiente Liguria. Secondo la ricerca, la Liguria emerge come una regione vulnerabile, fragile ed esposta al rischio idrogeologico: in 39 amministrazioni comunali liguri su 41 intervistate (il 95%), infatti, sono presenti abitazioni in aree soggette a pericolo di frane e di alluvioni; nel 54% dei casi in tali aree sono presenti interi quartieri e in due comuni su tre insediamenti e fabbricati industriali. Nel 36% dei comuni campione dell’indagine di Legambiente sono state edificate in aree a rischio strutture sensibili, come scuole e o ospedali, e nel 46% dei casi strutture commerciali o strutture ricettive turistiche. Solo in due comuni si sono avviati interventi di delocalizzazione e gli interventi di rimboschimento o rinaturalizzazione dei corsi d’acqua sono ancora una piccola parte di quelli avviati nei programmi di prevenzione del rischio idrogeologico.