Lavagna, il Pd boccia l’amministrazione Sanguineti: parole e non fatti

Bocciatura totale per la nuova giunta di Lavagna
Bocciatura totale per la nuova giunta di Lavagna
Bocciatura totale per la nuova giunta di Lavagna

Il direttivo del Pd Lavagna tira le somme di un anno di mandato dell’amministrazione Sanguineti, confrontando punto per punto le linee di mandato con quanto realizzato dalla nuova giunta.

E’ una bocciatura totale quella che emerge dal bilancio che il direttivo del Pd di Lavagna ha stilato a un anno dall’insediamento della giunta Sanguineti. Oggetto di un esame approfondito, le linee di mandato, che per il Pd sono rimaste sulla carta. Partendo dalle tasse, il sindaco aveva annunciato in campagna elettorale che non le avrebbe alzate, ma l’Irpef si è innalzata dallo 0,4% allo 0,8% e anche la Tari è salita per le famiglie. Il direttivo si chiede poi che ne sia stato del rilancio del porto, del piano di alienazione degli immobili come Palazzo Rocca, della convenzione triennale che la precedente amministrazione aveva stipulato con la Croce Verde per avere un’ambulanza a disposizione sulla passeggiata nei mesi estivi per un pronto intervento. In merito alla cosiddetta diga Perfigli, per il Pd in campagna si era sbandierato di poter mettere mano a un progetto il cui iter invece era troppo avanzato ed è comodo ora aspettare l’esito del ricorso al Tar pagato da proprietari e comitati. I dubbi investono anche l’ordinanza anti-prostituzione: con i suoi soli tre mesi di efficacia, è considerata più di facciata che altro. “Non si dica infine – concludono Laura Bacchella, Alessio Chiappe, Marco Ostigoni, Giorgio Imparato e Massimo Riva – che il problema è la mancanza di risorse, perché dal consuntivo precedente risultava un avanzo di 700mila euro”.