L’Arpal spiega l’allerta per temporali: “Se è giallo, i fenomeni saranno localizzati”

Un violento acquazzone
Un violento acquazzone
Un violento acquazzone

Permangono le incertezze, tra la gente, a otto mesi dall’introduzione del codice cromatico per la proclamazione degli allerta. Arancione quando i fenomeni sono estesi e continuati, per gli altri è difficile dire esattamente dove capiteranno.

Sono passati otto mesi dall’introduzione dell’allerta meteo a colori e l’Arpal torna a spiegare, in una nota, come vengano emanati questi provvedimenti, poco comprensibili alla gente, specie quando, nelle giornate di allerta, si aprano ampi squarci di sole. Si precisa che “l’allerta è uno strumento preventivo su possibili effetti al suolo” dei temporali, che, peraltro, in Liguria risultano difficilmente prevedibili con precisione, stante “l’orografia locale del territorio”. Esistono vari tipi di temporali: per quelli “forti, organizzati e stazionari”, che hanno provocato le più recenti e disastrose alluvioni, si emana l’allerta arancione. Per quelli “localizzati” si emana l’allerta giallo, fatto salvo che “per fortuna, a volte, questi si scaricano in mare”. Inoltre, “proprio la natura del fenomeno fa sì che non debba piovere sempre e ovunque. Soprattutto nel caso di temporali primaverili o estivi, è norma che il sole faccia capolino”.