L’area archeologica al Castello di Rapallo? Ufficiale, è un pesce d’aprile

Qualche indizio era già nel cartello
Qualche indizio era già nel cartello
Qualche indizio era già nel cartello

Un cannone d’epoca, costruito e anticato da Marino Conte, titolare del Gallo Nero. Lo scherzo è stato attuato con Emilio Carta, Luca Macelloni e Francesco Errico.

Era un intrigante pesce d’aprile, alla fine, l’area sotto sequestro archeologico dalle parti del Castello di Rapallo, addirittura con ritrovamento di un cannone risalente al XVI secolo. Spiega Emilio Carta, il giornalista rapallese già noto per il famoso scherzo delle pepite d’oro nel Boate: “Il cannone, semisommerso e colmo di incrostazioni marine, secondo le voci messe in giro ad arte, era stato trovato da un appassionato pescatore dilettante, Luca Macelloni, che col proprio gozzo aveva incocciato la parte terminale della pesante arma da fuoco a pochi metri dalla fortezza eretta nel 1551 per difendere il borgo dalle scorrerie dei saraceni e da Dragut in particolare”. Il lavoro più grosso è stato quello di Marino Conte, titolare del pub Gallo Nero, che ha costruito un cannone in cemento, pesante oltre cento chili e lo ha anticato. Lo scherzo è stato attuato già il giorno prima del 1° aprile, grazie alla collaborazione di Carta, del pescatore Macelloni e dell’avvocato Francesco Errico.