La proposta: tre Comuni al posto di undici in Fontanabuona

Uno scorcio della Val Fontanabuona
Uno scorcio della Val Fontanabuona
Uno scorcio della Val Fontanabuona

I Non morti scrivono ai sindaci e fanno i conti: fondi per 500, 60mila euro ogni anno, per dieci anni, per ciascuna delle tre realtà che nascerebbero. “Facciamo i referendum a ottobre”.

Il gruppo dei “Non morti” avanza ufficialmente la propria proposta ai sindaci della Fontnabuona: fondere gli undici Comuni attuali in tre soltanto, uno con Carasco e San Colombano, un altro con Cicagna, Lorsica, Favale, Coreglia e Orero, il terzo con Moconesi, Lumarzo, Tribogna e Neirone. Fase successiva sarebbe creare una Unione tra queste tre realtà, mentre per la fusione in tre blocchi non si dovrebbe aspettare molto, dicono i proponenti: l’ideale, sarebbe fare i referendum locali in coincidenza con quello per le riforme costituzionali, a ottobre. Questo, per disporre di bilanci più corposi, rispetto a quelli dei singoli Comuni attuali, oltre che dei cospicui finanziamenti che la legge nazionale ancora mette in palio per chi operi fusioni: in questo caso, i “Non morti”, guidati da un esperto in diritto amministrativo, stimano i finanziamenti tra i 500 ed i 600mila euro, all’anno, per dieci anni, per ciascuna delle tre realtà di bassa, media e alta Fontanabuona.