Aree contigue, Parco dell’Aveto: “Salva la caccia al cinghiale”

Il documento inviato alla Regione dal Parco cancella le aree contigue dove i cinghiali potrebbero rifugiarsi e mantiene solo alcune aree interessate da investimento per di riqualificazione: “A breve la Regione farà propria l’intesa”.

Il Parco dell’Aveto respinge l’accusa di aver rigettato la proposta regionale per l’intesa sulla revisione dei confini delle aree contigue: “Si è proceduto a tempo di record a proporre e a inviare alla Regione un documento derivante da un approfondito percorso di condivisione effettuato insieme ai comuni che risolve le problematiche della caccia al cinghiale, azzerando tutte le aree contigue che possono costituire rifugio per questo ungulato”. Il Parco dell’Aveto intende chiarire eventuali incomprensioni sulla spinosa vicenda, aggiungendo che “si propone invece di preservare le sole aree contigue escluse da queste problematiche ma interessate da una serie di investimenti di riqualificazione del territorio e di rilancio del turismo nell’area protetta, come la Miniera di Gambatesa, il lago di Giacopiane, le malghe dell’Aiona, il rifugio del Bocco”. In sostanza, sotto il profilo venatorio, si potrà nuovamente cacciare il cinghiale con le squadre grazie al concorso dei cacciatori anche non residenti, mentre nelle aree contigue rimaste la caccia sarà riservata ai soli residenti nei comuni del Parco. “A questo punto, non appena la Giunta Regionale farà propria l’intesa, decisione annunciata già per i prossimi giorni, i nuovi confini dell’area contigua saranno immediatamente validi, salvando la stagione venatoria”.