Aldo Moro 44 anni dopo: la riflessione di Buccili

Gian Luca Buccilli
Sono trascorsi quarantaquattro anni dal giorno in cui fu ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro..

Continuiamo ad avvertirne la presenza tra noi; una presenza mediata dal suo altissimo magistero.
Ecco alcune delle parole che si leggono nell’ultima  lettera racapitata alla moglie Elisabetta.
“Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli.
A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani.
Sii forte, mia dolcissima Noretta, per questa prova assurda e incomprensibile.
Sono le vie del Signore.
Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo.
Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo”.
Sono parole che svelano l’intimità di un uomo che anche nel momento del congedo trasmette tutta la capacità di amare il prossimo suo come se stesso (e forse anche di più).
Un uomo che non rinuncia alla spiccata attitudine riflessiva sul futuro degli uomini e su quello trascendente (“vorrei capire come ci si vedrà dopo …”), accettando il presente (“sono le vie del Signore”) e confidando nella “luce” che renderà tutto “bellissimo”.
Quelle rivolte alla sua “dolcissima Noretta”, sono parole che ci riconsegnano la figura  autentica di Aldo Moro, “uomo buono, mite, saggio, innocente e amico” (omelia esequiale di Sua Santità Paolo VI), nella cui esperienza umana di sofferenza, di solitudine e derelizione si intravede un riflesso del Cristo che ha patito ed è risorto nella Gloria del Padre.
Gian Luca Buccilli
Capogruppo di Civica