Immigrazione, “non mettiamo gli uni contro gli altri”

Franco Orio, presidente di Portofino Coast
Franco Orio, presidente di Portofino Coast
Franco Orio, presidente di Portofino Coast

“Sinora l’Italia ha affrontato il problema da sola”, dice Franco Orio, presidente del consorzio Portofino Coast, parlando dei riflessi sull’immagine della Liguria turistica.

Riportiamo l’intervento tenuto oggi da Franco Orio, presidente del consorzio Portofino Coast, durante il nostro programma RadioAzione.

Sono di questi giorni le immagini di migranti accampati sugli scogli a Ventimiglia, perché la Francia impedisce loro l’accesso. Al di là del grave problema umanitario, che rimane, ovviamente, l’aspetto principale, quali sono a suo avviso i danni di immagine per la nostra Regione dal punto di vista turistico?

E’ sempre difficile a mio avviso affrontare problemi così drammatici e complessi partendo soltanto da un punto di vista. Vedere quelle persone accampate sulla scogliera è un’immagine che certamente dovrebbe colpire la sensibilità di chi ha una coscienza civile , e porre molti inquietanti interrogativi.

Le ricadute di questo fatto dal punto di vista dell’immagine sono a mio avviso importanti, ma secondarie, rispetto alla gravità del problema.

Ormai siamo abituati purtroppo a convivere con molte situazioni assurde, e stiamo maturando una certa indifferenza, per non dire insensibilità ai problemi degli altri, a meno che non ci tocchino in qualche modo in prima persona.

Naturalmente c’è chi sottolinea come una situazione del genere possa in qualche modo ledere l’immagine di sicurezza e tranquillità delle località interessate, ed essendo la sicurezza uno dei fattori importanti per la scelta di una destinazione ci può essere del vero anche in questa affermazione.

La stessa località di Ventimiglia, per scongiurare danni maggiori, si è premurata di informare a mezzo stampa che il problema è circoscritto e gestito in qualche modo e che al momento il turismo e il commercio non se stanno risentendo.

Ma al di là delle prese di posizione anche politiche nei confronti del problema dell’immigrazione, resta il fatto che la nostra società e le sue istituzioni, UE in primis, non sembrano essere capaci di affrontare e risolvere una questione di portata internazionale, causata da dinamiche destabilizzanti del nostro sistema, mentre il nostro Paese, e a volte le singole amministrazioni locali sono lasciate da sole a fronteggiare situazioni di grande disagio e drammaticità.

Di fatto il Mediterraneo, che da punto di vista turistico è destinazione d’eccellenza nel mondo per la bellezza, arte, storia e cultura, oggi è teatro di un dramma umano e politico di dimensioni eccezionali, del quale non riusciamo ancora bene forse a comprendere a portata e le possibili future conseguenze.

 

Ma allora che cosa si può fare per fronteggiare questa situazione?

Turismo significa accoglienza, conoscenza e accettazione di culture diverse, apertura e rispetto verso altri popoli e gli operatori del settore dovrebbero saperlo bene. Il nostro Paese ha fronteggiato sino ad oggi il problema praticamente da solo , dimostrando di avere un grande senso di accoglienza e di solidarietà.

E però vero che a questo punto la situazione sta diventando per certi aspetti insostenibile. Il rischio è quello di mettere gli uni contro gli altri, creando situazioni potenzialmente pericolose dal punto di vista sociale, con ricadute pesanti anche sulle economie locali.

E’ quindi necessario che si intervenga urgentemente con strumenti efficaci che impediscano prese di posizione così drastiche come quelle messe in atto dalla vicina Francia, obbligando i Paesi dell’Ue a una politica più solidale che miri a gestire l’emergenza e a creare i presupposti per sanare le questioni che la generano.